martedì 27 marzo 2012

All' IKEA "no raccomandazioni"

Una lettera spedita all’Ikea, per conoscere l’esito
 delle assunzionidi alcuni candidati. Il tono, però,
 era quello di una indebita pressione politica. E così 
il colosso svedese ha replicato a muso duro: “Qui da 
noi niente raccomandazioni”. Un caso, quello esploso
  a San Giovanni Teatino, tra Pescara e Chieti, che sta
 facendo ovviamente molto
discutere. E che molti hanno 
letto come un confronto sconfortante tra l’etica scandinava e quella italiana. Perché
 qui da noi la spintarella è una prassi un po’ troppo consolidata. Tutto nasce dalla richiesta di informazioni di un politico abruzzese alla multinazionale: “Mi fate sapere com’è andato il concorso di questi candidati?”. Seguiva un breve elenco di nomi.
 Peccato, però, che per quei 220 posti di lavoro avessero presentato richiesta in
 oltre 30 mila. E così è arrivata la risposta dell’Ikea:  “Non possiamo rivelare 
l’esito del concorso” ha fatto sapere l’azienda, “se non ai diretti interessati”. Le raccomandazioni, spiegano, sarebbero in contrasto con la filosofia della multinazionale. E’ stato Giampiero Riccardo, segretario regionale dei Giovani 
dell'Italia dei Valori, a raccontare su Facebook la vicenda: «Ikea manda lettere a politici abruzzesi per intimare di smettere con le raccomandazioni».  E poi: «La spintarella soffoca il merito. Ben fatto Ikea!».  E il concorso? A questo punto i
 candidati ammessi (senza raccomandazione) parteciperanno a un colloquio collettivo. In caso di esito positivo, si passerà al colloquio personale. E poi, per 220 di loro, l’assunzione definitiva.

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