Una lettera spedita all’Ikea, per conoscere l’esito
delle assunzionidi alcuni candidati. Il tono, però,
era quello di una indebita pressione politica. E così
il colosso svedese ha replicato a muso duro: “Qui da
noi niente raccomandazioni”. Un caso, quello esploso
a San Giovanni Teatino, tra Pescara e Chieti, che sta
facendo ovviamente molto
discutere. E che molti hanno
letto come un confronto sconfortante tra l’etica scandinava e quella italiana. Perché
qui da noi la spintarella è una prassi un po’ troppo consolidata. Tutto nasce dalla richiesta di informazioni di un politico abruzzese alla multinazionale: “Mi fate sapere com’è andato il concorso di questi candidati?”. Seguiva un breve elenco di nomi.
Peccato, però, che per quei 220 posti di lavoro avessero presentato richiesta in
oltre 30 mila. E così è arrivata la risposta dell’Ikea: “Non possiamo rivelare
l’esito del concorso” ha fatto sapere l’azienda, “se non ai diretti interessati”. Le raccomandazioni, spiegano, sarebbero in contrasto con la filosofia della multinazionale. E’ stato Giampiero Riccardo, segretario regionale dei Giovani
dell'Italia dei Valori, a raccontare su Facebook la vicenda: «Ikea manda lettere a politici abruzzesi per intimare di smettere con le raccomandazioni». E poi: «La spintarella soffoca il merito. Ben fatto Ikea!». E il concorso? A questo punto i
candidati ammessi (senza raccomandazione) parteciperanno a un colloquio collettivo. In caso di esito positivo, si passerà al colloquio personale. E poi, per 220 di loro, l’assunzione definitiva.
delle assunzionidi alcuni candidati. Il tono, però,
era quello di una indebita pressione politica. E così
il colosso svedese ha replicato a muso duro: “Qui da
noi niente raccomandazioni”. Un caso, quello esploso
a San Giovanni Teatino, tra Pescara e Chieti, che sta
facendo ovviamente molto
discutere. E che molti hanno
letto come un confronto sconfortante tra l’etica scandinava e quella italiana. Perché
qui da noi la spintarella è una prassi un po’ troppo consolidata. Tutto nasce dalla richiesta di informazioni di un politico abruzzese alla multinazionale: “Mi fate sapere com’è andato il concorso di questi candidati?”. Seguiva un breve elenco di nomi.
Peccato, però, che per quei 220 posti di lavoro avessero presentato richiesta in
oltre 30 mila. E così è arrivata la risposta dell’Ikea: “Non possiamo rivelare
l’esito del concorso” ha fatto sapere l’azienda, “se non ai diretti interessati”. Le raccomandazioni, spiegano, sarebbero in contrasto con la filosofia della multinazionale. E’ stato Giampiero Riccardo, segretario regionale dei Giovani
dell'Italia dei Valori, a raccontare su Facebook la vicenda: «Ikea manda lettere a politici abruzzesi per intimare di smettere con le raccomandazioni». E poi: «La spintarella soffoca il merito. Ben fatto Ikea!». E il concorso? A questo punto i
candidati ammessi (senza raccomandazione) parteciperanno a un colloquio collettivo. In caso di esito positivo, si passerà al colloquio personale. E poi, per 220 di loro, l’assunzione definitiva.
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